21/02/2009 N.69
NOTIZIARIO del Circolo UAAR di Bologna

UAAR - Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti - www.uaar.it
Presidenti onorari:  Laura BALBO, Carlo FLAMIGNI, Margherita HACK, Danilo MAINARDI, Piergiorgio ODIFREDDI, Pietro OMODEO, Floriano PAPI, Valerio POCAR, Emilio ROSINI, Sergio STAINO
e-mail: bologna@uaar.itsito web: www.uaar.it/bologna

1) Martedì 24/2, ore 20:30, Palazzo d'Accursio, convegno IL TESTAMENTO BIOLOGICO E` UN DIRITTO
2) Compila e consegna la tua Dichiarazione di volontà anticipata per i trattamenti sanitari
3) Martedì 3/3: parte l'edizione 2009 del ciclo di conferenze UAAR: "NESSUN DOGMA, i martedì della cultura laica"
4) Sabato 21/2, Roma, anche l’UAAR in piazza contro la “tortura di Stato”
5) Genova, 16/2/2009: partito il primo "ateobus"
6) Bologna città papalina: intervento di Serafino D'Onofrio, Consiglio Comunale 2/2/2009
7) Manifestare, diritto inviolabile: intervento di Sergio Lo Giudice, Consiglio Comunale 2/2/2009
8) Senza suore

1) Martedì 24/2, ore 20:30, Palazzo d'Accursio, convegno: IL TESTAMENTO BIOLOGICO E` UN DIRITTO
Il circolo UAAR di Bologna partecipa e invita a partecipare al convegno:
IL TESTAMENTO BIOLOGICO E` UN DIRITTO
organizzato da BOLOGNA CITTA' LIBERA
martedì 24 febbraio, ore 20.30 Cappella Farnese di Palazzo D'Accursio - Piazza Maggiore 6, Bologna
Interverranno:
Mina Welby, associazione Luca Coscioni
Adriana Scaramuzzino, magistrato
Francesca Rescigno, giurista
Chiara Lalli, ricercatrice
Serafino D'Onofrio, bologna città libera
Introduce Franco Motta
Modera Massimiliano Pananarari
Alle associazioni promotrici (UAAR, Luca Coscioni, Libera Uscita, Rossofiore, LucidaMente) sarà data la parola per un breve comunicato.
A nome del circolo UAAR di Bologna parlerà Roberto Grendene.
All'esterno della sala, sarà allestito un tavolo informativo UAAR.
Scarica, stampa, inoltra la locandina del convegno


2) Compila e consegna la tua Dichiarazione di volontà anticipata per i trattamenti sanitari
La legge sul testamento biologico che con tutta probabilità sarà emanata dal Parlamento prevederà obbligo di alimentazione e nutrizione forzate e imposizioni assurde come il recarsi ogni tre anni e con il proprio medico davanti ad un notaio, solamente per far valere in modo comunque molto limitato la propria volontà.
In sostanza ci dicono che non possiamo disporre della nostra vita, ma non ci dicono che ne disporranno loro.

Per fermare l'avanzata dello Stato etico, per evitare che questo neonato Braccio secolare torni in azione, invitiamo soci e simpatizzanti a leggere, compilare e consegnare la sera di martedì 24 febbraio, al tavolo informativo UAAR allestito al convegno di cui al punto precedente, la propria dichiarazione di volontà anticipata per i trattamenti sanitari.
Assieme agli organizzatori e alle altre associazioni promotrici del convegno, il nostro circolo propone il modello che può essere scaricato a questo indirizzo (o collegandosi al nostro sito).
Tutti i moduli raccolti saranno consegnati al Comune di Bologna nei giorni immediatamente successivi.

Non ci illudiamo che la sottoscrizione di questa dichiarazione di volontà anticipata si traduca nel rispetto degli inviolabili diritti individuali in essa contenuti: come potrebbe farla rispettare uno Stato che è sempre più confessionalista? Vuole essere, concretamente, un atto di protesta civile ed una documentata base dalla quale partire per azioni legali, nel momento in cui venisse calpestata la nostra volontà e fossimo sottoposti a trattamenti mai autorizzati ed anzi fermamente rigettati.


3) Martedì 3/3: parte l'edizione 2009 del ciclo di conferenze UAAR: "NESSUN DOGMA, i martedì della cultura laica"

Dovevamo partire il 24 febbraio, ma abbiamo annullato la data per partecipare al convegno sul testamento biologico.
Sarà dunque martedì 3 marzo il primo appuntamento con il ciclo di conferenze UAAR:
NESSUN DOGMA, i martedì della cultura laica

Come nelle precedenti edizioni, gli incontri sono ad ingresso libero, con il patrocinio del Comune di Bologna - Quartiere San Vitale e si svolgeranno nella sala Silentium, vicolo Bolognetti 2.
Scarica, stampa, inoltra il volantino dell'iniziativa

Di seguito il programma (inizio ore 21):

3/3/2009 FRODI BIBLICHE Excursus tra mitologia dell'Antico Testamento e false reliquie
ANTONIO LOMBATTI, Storico del cristianesimo, CICAP
In collaborazione con CICAP Emilia Romagna

10/3/2009 Processi per stregoneria in età moderna a Bologna
UMBERTO MAZZONE, prof. di Storia del cristianesimo e delle chiese, Univ. di Bologna

17/3/2009 Congedarsi dal mondo. Il suicidio in occidente e in oriente
MARZIO BARBAGLI, prof. di Sociologia generale, Univ.di Bologna


4) Sabato 21/2, Roma, anche l’UAAR in piazza contro la “tortura di Stato”
l’UAAR ha aderito e aderirà a ogni iniziativa contro il tentativo di approvare una legge sul testamento biologico redatta in ossequio ai dettami della Conferenza Episcopale Italiana.
Ha pertanto aderito anche alla manifestazione indetta da MicroMega che si terrà sabato 21, alle ore 15, in piazza Farnese: l’UAAR sarà presente con un suo stand.
Alla manifestazione parteciperà anche Beppino Englaro: “i cittadini - ha detto - che hanno le idee molto più chiare dei nostri parlamentari, devono tutelare i propri diritti fondamentali che questa legge mette in discussione preparando il terreno per un vero e proprio Stato etico”. La legge che il parlamento starebbe per approvare sarebbe, a detta del padre di Eluana, “manifestamente anticostituzionale”.

Il calendario delle iniziative di protesta che vedono o vedranno la presenza o l'organizzazione dell'UAAR  è consultabile a questo indirizzo
Tra queste, il sit-in dello scorso 10 febbraio a Bologna, a cui in nostro circolo ha partecipato attivamente sia come presenza che come organizzazione, ed il convegno sul Testamento Biolocigo del prossimo 24 febbraio a Palazzo d'Accursio.


5) Genova, 16/2/2009: partito il primo "ateobus"
Di seguito il comunicato stampa UAAR del 15/2/2009 e la "Ultimissima" del giorno successivo, con link a immagini e servizi video.
Prima precisazione: non abbiamo desistito dal pubblicare lo slogan "La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona, è che non ne hai bisogno". Semplicemente ci sono stati posti ostacoli a nostro avviso pretestuosi, contro i quali stiamo attuando azioni di diverso genere. Tra queste, uscire con lo slogan sulla libertà di espressione, da considerare una mossa e non l'abbandono dello slogan originale, che non a caso era stampato sui manifesti presenti nell'infopoint UAAR a Genova.
Seconda precisazione: l’UAAR ha deciso di affermare che “un italiano su sette” è ateo o agnostico in base ai dati forniti dall'ultimo rapporto sulla libertà religiosa redatto dal Dipartimento di Stato Americano, non sospettabile di simpatie nei confronti dell’ateismo e dell’agnosticismo. Relativamente al nostro Paese, vi si può infatti leggere che “the most recent data indicate that approximately 14 percent of the population identifies itself as either atheist or agnostic“.

COMUNICATO STAMPA UAAR, 15-2-2009
Sarà il 36: passerà da via XX settembre e sbucherà nella centralissima piazza De Ferrari di buon mattino. Per l’ateobus è finalmente arrivato il semaforo verde: partirà quindi domani pronto a dire ai genovesi che “La buona notizia è che in Italia ci sono milioni di atei. Quella ottima è che credono nella libertà di espressione”. Ad attenderlo, in piazza de Ferrari, un infopoint dell’Uaar riceverà giornalisti e curiosi per spiegare il senso della campagna.
L’ateobus 36 porta sulle fiancate il secondo degli slogan in favore della incredulità, dopo che il primo (”La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno”) era stato bloccato dalla concessionaria degli spazi pubblicitari. «Questo slogan è stato scelto per restituire visibilità ad atei e agnostici, che sono circa un italiano su sette. - spiega Raffaele Càrcano, segretario generale dell’Uaar - La nostra è una campagna per la loro visibilità, perché più visibilità significa meno discriminazione e più rispetto. Ma anche per la libertà di espressione, in cui gli atei credono fermamente, a differenza, evidentemente, della diocesi di Genova che aveva chiesto il ritiro del vecchio slogan».
Intanto sono stati raccolti 27.013,79 euro e il gruppo Facebook che sostiene gli ateobus ha 4500 sostenitori. Per il primo slogan, «siamo in trattative con alcune concessionarie di pubblicità in giro per l’Italia, - prosegue Carcano - e aspettiamo risposte. Non desistiamo perché è in gioco la libertà di espressione: dobbiamo ribadire che, per la nostra Costituzione, credenti e non credenti hanno uguali diritti, compreso quello di dire “Dio c’è” o “Dio non c’è”».

L'ateobus sta girando per Genova (Ultimissima UAAR del 16-2-2009)
Il primo ateobus italiano ha cominciato a circolare questa mattina a Genova. Il mezzo di trasporto, ricoperto dallo slogan UAAR “la buona notizia è che in Italia ci sono milioni di atei. Quella ottima, è che credono nella libertà di espressione”, è destinato a percorrere la linea numero 36. In piazza De Ferrari, dove è operativo l’infopoint UAAR, si sono presentati molti fotografi, giornalisti, soci, simpatizzanti e anche semplici cittadini. La presenza di manifesti riportanti il primo slogan, quello bocciato dalla concessionaria IGPDecaux (”La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona, è che non ne hai bisogno”) è stata criticata da alcuni cattolici, i quali non sono tuttavia stati in grado di spiegare per quale motivo è possibile affiggere manifesti con la scritta “Dio c’è”, e non dovrebbe invece essere possibile, secondo loro, affiggere manifesti con l’opinione contraria.
Le foto sul sito ANSA
Le foto sul sito TgCom
I video sul sito di Repubblica


6) Bologna città papalina: intervento di inizio seduta di Serafino D'Onofrio, Consiglio Comunale 2/2/2009
Esprimiamo il nostro apprezzamento per l'intervento del consigliere Serafino d'Onofrio all'inizio della seduta del Consiglio Comunale di Bologna del 2/2/2009, che riportiamo di seguito.

BOLOGNA CITTA’ PAPALINA
(prescrizioni e divieti in tempi di intolleranza religiosa)

In uno Stato libero il diritto a manifestare va garantito ma anche i luoghi scelti per le proteste hanno una loro importanza. Allontanare, sistematicamente, ogni manifestazione dai luoghi che i promotori richiedono è già una pesante forma di ingerenza e di limitazione della democrazia e del dissenso. Perché un luogo è di per sé fortemente simbolico (ambasciate, sedi politiche, palazzi del governo, sedi radiotelevisive, rettorati e uffici scolastici) mentre un altro non lo è per niente.

Dopo l’omicidio Matteotti, gli antifascisti (seguendo l’esempio storico dei plebei nell’antica Roma) si ritirano sull’Aventino. Un atto di protesta contro il governo fascista, con l’astensione dai lavori parlamentari, in attesa del ripristino delle condizioni di legalità che i fascisti avevano infranto. Il risultato fu disastroso perché in Parlamento rimasero solo gli antidemocratici. Ma l’opposizione andava fatta nel tempio della democrazia: il Parlamento. Invece, il Regime durò 20 anni.

Fare una manifestazione anticlericale davanti alla Curia e farla altrove non è la stessa cosa. I Radicali hanno chiesto di poter manifestare, sabato 7 febbraio in via Altabella, contro la pedofilia nella Chiesa cattolica. Poiché il reato gravissimo non è la manifestazione ma la pedofilia, dovrebbe essere possibile. E, invece, la Questura di Bologna dice NO. Un clima che ricorda la cappa repressiva dell’Italia dell’Anno Santo del 1950. Quando anche la parola “contraccezione” era bandita dalla radio e dai giornali.

L’UAAR Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti, è un’associaciazione creata da alcuni noti illuministi dei nostri tempi, tra cui Carlo Flamigni, insigne scienziato laico e già consigliere comunale a Bologna. Il 25 ottobre 2008, l’UAAR organizzò lo “sbattezzo-day” e 103 cittadini presentarono la comunicazione che rinunciavano al Battesimo. Le richieste furono consegnate alla portineria della Curia da un gruppo di associati che mostravano cartelli anticlericali. Ma il banchetto dello “sbattezzo” fu installato e autorizzato all’angolo della cattedrale di S. Pietro, proprio in via Altabella.

Non ci fu nessun incidente e problema. Sono passati solo 3 mesi ma sembra un secolo. Il clima è profondamente cambiato a Bologna e in altre città. Non sappiamo se dare la responsabilità delle attuali restrizioni di polizia al nuovo Questore, alle direttive del ministro Maroni o alle pressioni delle gerarchie ecclesiastiche onnipresenti (dal caso Englaro, alle preghiere islamiche, alle limitazioni generali dei diritti laici).

Le preghiere di altre religioni sono vietate davanti alle chiese cattoliche. La manifestazione anticlericale è vietata anche se in via Altabella non c’è l’ingresso di chiese. Ma, per il carnevale dei bambini (organizzato tradizionalmente dalla Curia), il Vescovo officierà una funzione esterna alla Basilica di S. Petronio.

Ma il 24 febbraio in piazza Maggiore ci saranno anche i laici, nel palazzo municipale. Bologna Città Libera organizza un’iniziativa sul testamento biologico, con la partecipazione di Mina Welby, di docenti, magistrati e di esponenti delle numerose associazioni laiche della città. Chi sa se anche questo dibattito sarà troppo vicino alla Cattedrale o se la voce dei laici risuonerà troppo vicina a quella del Cardinale, che avrà parlato ai bambini nel pomeriggio!

Perché qui non c’è parità di diritti, reciprocità ed uguaglianza. L’intolleranza religiosa dilaga verso chi crede diversamente e verso chi non crede affatto. Mentre, secondo il presidente Obama, anche il “non credere” va considerato un diritto, come una religione.

Serafino D’Onofrio


7) Manifestare, diritto inviolabile: intervento di Sergio Lo Giudice, Consiglio Comunale 2/2/2009
Apprezziamo e riportiamo l'intervento del consigliere Sergio Lo Giudice nella seduta del Consiglio Comunale di Bologna del 2/2/2009.

MANIFESTARE, DIRITTO INVIOLABILE

Qualche giorno fa, rispondendo in aula ad un’interrogazione parlamentare, il Ministro degli Interni Roberto Maroni ha pronunciato una frase che ha destato un certo allarme. Ha detto: ho preparato una direttiva che verrà inviata a tutti i prefetti, affinché fatti come quelli avvenuti davanti al Duomo di Milano non abbiano a ripetersi. I fatti a cui Maroni si riferisce sono i fatti accaduti contemporaneamente anche a Bologna, cioè una processione che ha avuto un momento di preghiera collettiva in Piazza del Duomo a Milano e in Piazza Maggiore a Bologna.

Io, come ho già avuto modo di dire, non ho visto con simpatia questo tipo di decisione. Mi ha un po’ inquietato la sovrapposizione forzosa fra la manifestazione politica e l’espressione di un momento di preghiera, soprattutto in forme come quelle che sono avvenute sia a Milano e sia a Bologna, cioè non di preghiera individuale, ma di preghiera collettiva. Quasi a volere significare - che sia stato nelle intenzioni dei promotori o che sia scappata di mano la situazione - una sorta di sfida fra religioni. Io credo che l’ultima cosa di cui noi abbiamo bisogno in questo momento è uno scontro fra religioni, e sarebbe quindi molto importante che il fatto religioso resti ai margini di una manifestazione politica. Con questo non voglio intendere che il fatto religioso debba essere confinato nella sfera privata, nel senso che non possa entrare a fare parte del discorso pubblico, credo però che ci debba essere sempre la consapevolezza della necessità di tenere separati questi due momenti.

Ma, fatta questa premessa, ritengo che un annuncio come quello fatto da Roberto Maroni sia impraticabile perché incostituzionale, dato che l’articolo 17 della nostra Costituzione prevede la libertà di manifestare come diritto fondamentale che può essere limitato solo a determinate condizioni, che la nostra stessa Costituzione ci indica, cioè comprovati motivi di sicurezza o incolumità pubblica. Manifestare non è , quindi, un atto che possa essere, volta per volta, in disponibilità del Ministro o del Prefetto o del Questore, ma un diritto inalienabile della persona che trova un limite solo nel caso in cui si debba tutelare un diritto superiore. La dierttiva annunciata da Maroni sarebbe poi impraticabile perché entrerebbe a gamba tesa in un discorso complesso, quale è quello della limitazione ad un’attività religiosa, che andrebbe estesa in maniera generalistica a tutte le religioni, ma così arriveremmo al paradosso per cui la processione di San Luca dovrebbe limitarsi dal passare da questa o quella strada perché potrebbe esserci la Chiesa Evangelica piuttosto che un luogo di preghiera buddista. Altrimenti non sarebbe possibile, perché sarebbe contrario all’ordinamento italiano e all’ordinamento vincolante europeo, porre dei limiti di questo genere sulla base di un’appartenenza a questa o quella religione.

Per questi motivi, credo che annunci di questo genere facciano solamente danno a una discussione complessa, che va trattata con grande delicatezza, che riguarda non solo il principio della libertà di manifestare, ma anche il principio della libertà religiosa, che è assai importante proprio perché cerca di tutelare la libertà di religione all’interno di un sistema pluralista. Un sistema in cui esistono diverse religioni, al di là dell’adesione quantitativa all’una o all’altra, e in cui trova posto con una sua dignità una posizione atea o agnostica, di non adesione a questa o a quella religione, che deve essere trattata con la stessa dignità. In questo contesto, pretendere che sia una direttiva ministeriale a dare le regole, significa perseguire un atteggiamento su cui purtroppo il partito di appartenenza del Ministro Maroni continua a insistere: istigare ad uno scontro fra religioni. Non è questo il modo con cui il Ministro degli Interni può garantire la sicurezza e l’incolumità dei cittadini.

Qualcuno ha voluto paragonare la preghiera di Piazza Maggiore del 3 gennaio a quelle simpatiche iniziative della Lega Nord, che portava i suoi ad inquinare i luoghi in cui sarebbero dovute sorgere le moschee. Personalmente ritengo che quelle iniziative della Lega Nord fossero animate da un intento maggiormente offensivo, esplicitamente sprezzante nei confronti di un’altra religione, ma comunque ritengo urgente uscire da una contrapposizione identitaria su base religiosa per cercare di garantire, con le armi della democrazia e attraverso l’applicazione dei principi costituzionali, la libera espressione del pensiero religioso o non religioso di ognuno insieme al libero diritto di manifestare di ogni cittadino, qualunque sia la sua religione, qualunque sia la sua condizione.

Sergio Lo Giudice

8) Senza suore
Il Chicago Tribune, nel novembre scorso, ha dedicato un articolo al fenomeno della scomparsa delle suore in Italia. Con particolare riferimento a Bologna.
L'articolo in lingua originale, della corrispondente da Bologna Christine Spolar, è disponibile a questo indirizzo
Di seguito riportiamo una traduzione non ufficiale di alcuni brani.

Questa città dalle torri in mattoni rossi e dai portici finemente decorati vantava il maggior numero di conventi in Italia. Nel sedicesimo secolo, a Bologna, nacquero quasi cento santuari per accogliere le donne che volevano dedicare la loro vita a Dio, all'insegnamento o alla cura dei malati.
Oggi anche a Bologna le suore sono sempre di meno, come nel resto d'Italia e del mondo Cattolico Romano.
Scuole e ospedali hanno perso buona parte della loro fedele manodopera.
All'ospedale Sant'Orsola, erano 40 le suore che prestavano servizio. Ora sono sei, per la maggior parte troppo anziane per lavorare. Suor Maria ammette che nessun altro bussa alla porta.
Le scuole da tempo hanno cessato di fare affidamento sulle suore come educatrici.
La maggior parte delle nuove suore in Italia sono di origine africana o indiana.
I cambiamenti demografici hanno giocato un ruolo importante in questo fenomeno: con famiglie meno numerose si hanno meno genitori che chiedono aiuto alla chiesa.
Quando le famiglie erano più numerose, c'erano maggiori probabilità di mandare una ragazza in convento, dichiara l'ottantenne suor Domenica Cremonini, che entrò nelle Visitandine dell'Immacolata all'età di undici anni

Ogni sabato mattina, dalle 10 alle 12, il circolo UAAR di Bologna riceve soci, simpatizzanti e cittadini che vogliano conoscere la nostra associazione e le nostre attività, esporre problemi di laicità violata, fare quattro chiacchiere sui nostri temi associativi, consultare il materiale a disposizone (riviste, libri, volantini, DVD...).
Ci trovate in via Don Minzoni 18, all'interno della Salara, storico edificio nato nei pressi del porto fluviale di Bologna per conservare il sale che giungeva dal mare attraverso il canale Navile. La Salara è sede di ArciGay e ArciLesbica nazionali. E' gestita dal circolo gay Il Cassero, che ringraziamo per l'ospitalità.
Per arrivare consultare la mappa http://www.cassero.it/map/
Negli orari di apertura, rispondiamo telefonicamente al numero: 051 555661

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