16/3/2006 N.14

NOTIZIARIO del Circolo UAAR di Bologna

UAAR - Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti - www.uaar.it
 Comitato di Presidenza dell’UAAR:
Laura BALBO, Margherita HACK, Danilo MAINARDI, Piergiorgio ODIFREDDI, Pietro OMODEO, Floriano PAPI, Valerio POCAR, Emilio ROSINI, Sergio STAINO
e-mail: bologna@uaar.itsito web: www.uaar.it/bologna



1) Lunedì 20/3, riunione di circolo
2) La sentenza del Consiglio di Stato sul crocefisso
3) Niente riviste come L'Ateo in Sala Borsa
4) In ricordo di Luca Coscioni
5) "Radici cristiane" da esibire a Palazzo d'Accursio
6) Un ordine del giorno del Consiglio Comunale di Bologna per garantire semplici conquiste di civiltà
7) Non può esistere un sistema informativo che prescinda dalle radici della verità... quale verità? quella di Caffarra...
8) Buon compleanno

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1) Lunedì 20/3/2006, alle ore 21, in via Cesarini 1, riunione del circolo UAAR di Bologna.
Dovremmo avere ospite Gianni Ghiselli, del SSIS dell'Università di Bologna, ed alcuni nuovi soci.
Come sempre l'invito e' esteso a chi vuole conoscerci meglio.

2) Ha avuto vasta eco sulla stampa e sui TG nazionali la notizia del "crocefisso che deve rimanere nelle aule scolastiche".
Pochi sanno che e' una battaglia di una coppia di genitori soci UAAR, di cui non divulghiamo il nome perche' hanno già ricevuto alcune minacce anonime da presunti fanatici religiosi.
Proponiamo di seguito i il passaggio fondamentale (e peggiore) della sentenza 556/2006 del Consiglio di Stato. Bisognerebbe leggerla, e rileggerla ancora, per rendersi conto di come il concetto di laicità sia stato completamente stravolto. È forse un segno dei tempi, ma sono tempi sempre più clericali.
Ed è molto triste che, con quale rara eccezione, il mondo politico non abbia avuto nulla da eccepire.

“In una sede non religiosa, come la scuola, destinata all’educazione dei giovani, il crocifisso potrà ancora rivestire per i credenti i suaccennati valori religiosi, ma per credenti e non credenti la sua esposizione sarà giustificata e assumerà un significato non discriminatorio sotto il profilo religioso, se esso è in grado di rappresentare e di richiamare in forma sintetica immediatamente percepibile e intuibile (al pari di ogni simbolo) valori civilmente rilevanti, e segnatamente quei valori che soggiacciono e ispirano il nostro ordine costituzionale, fondamento del nostro convivere civile. In tal senso il crocifisso potrà svolgere, anche in un orizzonte “laico”, diverso da quello religioso che gli è proprio, una funzione simbolica altamente educativa, a prescindere dalla religione professata dagli alunni. Ora è evidente che in Italia, il crocifisso è atto a esprimere, appunto in chiave simbolica ma in modo adeguato, l’origine religiosa dei valori di tolleranza, di rispetto reciproco, di valorizzazione della persona, di affermazione dei suoi diritti, di riguardo alla sua libertà, di autonomia della coscienza morale nei confronti dell’autorità, di solidarietà umana, di rifiuto di ogni discriminazione, che connotano la civiltà italiana. […] Il richiamo, attraverso il crocifisso, dell’origine religiosa di tali valori e della loro piena e radicale consonanza con gli insegnamenti cristiani, serve dunque a porre in evidenza la loro trascendente fondazione, senza mettere in discussione, anzi ribadendo, l’autonomia (non la contrapposizione, sottesa a una interpretazione ideologica della laicità che non trova riscontro alcuno nella nostra Carta fondamentale) dell’ordine temporale rispetto all’ordine spirituale, e senza sminuire la loro specifica “laicità”, confacente al contesto culturale fatto proprio e manifestato dall’ordinamento fondamentale dello Stato italiano. Essi, pertanto, andranno vissuti nella società civile in modo autonomo (di fatto non contraddittorio) rispetto alla società religiosa, sicché possono essere “laicamente” sanciti per tutti, indipendentemente dall’appartenenza alla religione che li ha ispirati e propugnati”.

3) E' possibile avere nelle collezioni dei periodici delle biblioteche comunali una rivista che tratti di cultura laica, atea ed agnostica?
Se sono presenti pubblicazioni confessionali quali Famiglia Cristiana, Civiltà cattolica, L'Avvenire, L'Osservatore Romano, perchè non dare spazio a punti di vista che trattino di etica senza fede?
Abbiamo tentato di portare L'Ateo, bimestrale di cultura laica dell'UAAR, sugli scaffali delle biblioteche comunali di Bologna: in generale nessuna risposta. E non era questione di mancanza fondi: l'abbonamento lo pagava la nostra associazione, che come finanziamenti gode solo dei contributi di soci.
Con un po' di insistenza e dopo aver lasciato in visione due numeri della rivista, abbiamo ottenuto una risposta (negativa) della biblioteca della Sala Borsa. E le motivazioni del rifiuto lasciano molto perplessi: si parla di "caratteristiche di vocazione" e si invita a leggere i criteri di accettazione dei periodici. Li abbiamo letti trovando solo ragioni per includere la nostra rivista all'istante.
Sul nostro sito trovate l'intero dossier sul caso, con la lettera di rifiuto della Sala Borsa e la nostra protesta inviata all'assessore alla Cultura del Comune di Bologna. L'indirizzo e' il seguente:
http://uaarbologna.altervista.org/fatto.html#ProtestaSalaBorsa
Riportiamo di seguito alcuni passi interessanti.

Abbiamo esaminato i suddetti criteri non trovando ostacoli, ma ragioni, all'inserimento de L'Ateo tra i periodici della biblioteca Sala Borsa.
Vediamo: [...]
A margine, sottolineiamo che per la nostra rivista non riceviamo altro che contributi da soci e abbonati, mentre ad esempio Famiglia Cristiana riceve le più alte sovvenzioni statali per periodici editi da cooperative, fondazioni o enti morali (art. 3, comma 3, legge n. 250 del 1990, Famiglia Cristiana della Periodici San Paolo SRL ha ricevuto nel 2003 un contributo statale di  210.528,00 euro, fonte : http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/contributi_editoria/pdf/05_comma3.pdf)
[...]
Per quanto esposto, chiediamo l'inserimento della rivista edita dall'UAAR "L'Ateo" nella collezione dei periodici della Biblioteca Sala Borsa e nelle altre biblioteche comunali in cui siano presenti periodici di orientamento confessionale ma manchi una offerta culturale su laicismo, ateismo e agnosticismo. Siamo disponibili a spedire le riviste senza oneri per l'amministrazione comunale, ma auspichiamo pari trattamento rispetto alle pubblicazioni confessionali.

4) 21 Febbraio 2006 - L'Unita' - La battaglia di Luca - Furio Colombo
Verrà un giorno in cui certi vescovi si toglieranno la maschera cattiva di Marcello Pera, torneranno a sentire la religione come legame fraterno, e chiederanno scusa a Luca Coscioni, morto di un dolore atroce del quale mille voci hanno detto «Va bene così, soffra pure, vietato aprire i frigoriferi zeppi di cellule staminali destinate alla distruzione».
Infatti, nel mezzo di una civiltà della ricerca che, certo, - ci avevano detto in passato - è voluta da Dio, è proibito cercare la cura del male. In attesa di quelle scuse, che certo verranno, anche se tristemente sfasate nel tempo, tocca a noi cittadini di una Repubblica fondata sul divieto, chiedere scusa a Luca Coscioni per il modo in cui è stato lasciato senza risposta il suo grido di aiuto, che non era per sé ma per la lotta a malattie finora incurabili, per il modo in cui è stato abbandonato e ignorato, come se Dio non lo avesse messo al mondo con il suo dolore e il suo male, e la sua e la nostra intelligenza capace di lottare contro quel male, se solo fosse permesso.
Diciamo grazie alla sua dolcezza, alla sua tenacia, alla sua appassionata perorazione che è stata un inno alla vita, lui sì, presidente dei presidenti del diritto alla vita, lui nato e vivo e morente e abbandonato.
Per merito di Luca Coscioni possiamo sperare di apparire meno incivili agli occhi del mondo industriale e democratico - in gran parte cristiano - che permette la ricerca, la finanzia, la vuole.
Noi dobbiamo un grazie affettuoso e solidale a Maria Antonietta, compagna di Luca, che gli è sempre stata accanto con una incomprensibile serenità, vita di una vita esemplare e ostinata. Se tutta questa storia, per un miracolo, si fosse svolta in una comunità di credenti, oggi si parlerebbe di «odore di santità».
Certo Luca e Maria Antonietta ci dicono che esiste una santità laica. Quando qualcuno usa la parola sprezzante "laicismo" e vi intima di esibirne i valori dite: Luca Coscioni.[...]

5) Da Repubblica del 25.02.06
C'è chi si tiene stretto quello che ha e chi addirittura ne fa scorta.
Scoppia la guerra del crocifisso a palazzo d'Accursio, una controffensiva dell'opposizione al neo assessore Libero Mancuso. Maria Cristina Marri, consigliere comunale UDC e presidente della commissione affari generali e istituzionali, critica Mancuso e dice che la croce resterà nell'ufficio messo a disposizione dal comune[...]in quella stanza il crocifisso non verrà tolto perchè le radici cristiane del nostro paese non devono essere rinnegate nè calpestate[...]
Il capogruppo de La tua Bologna Alberto Vannini è andato a fare acquisti in una bottega di articoli religiosi, mettendosi poi in posa nel suo ufficio, davanti ai fotografi, con crocifisso, chiodi e martello. - E ne ho anche comprati altri 5, questa è la nostra risposta a Mancuso

6) Lancio AGE 14/3/2006
Sulla vicenda della ‘pillola del giorno dopo’ negata nel dicembre scorso da medici obiettori a una donna che si presentò al Pronto soccorso del Policlinico S.Orsola, il Consiglio comunale di Bologna invita il sindaco e la Giunta - in un ordine del giorno approvato a maggioranza - “a vigilare e ad adoperarsi affinché il diritto ad ottenere il presidio farmacologico venga garantito”. Con il testo si “invita il Sindaco e la Giunta a promuovere le condizioni affinché sia garantita piena informazione a tutti gli uomini e le donne, in particolare con un investimento rivolto alle nuove generazioni e al contesto scolastico, per una educazione ad una sessualità responsabile, stili di vita attenti alla prevenzione, scelte libere e consapevoli; a vigilare e ad adoperarsi affinché il diritto ad ottenere il presidio farmacologico cosiddetto ‘pillola del giorno dopo’ venga garantito nelle strutture sanitarie pubbliche bolognesi, pur nel rispetto della clausola di coscienza dei medici, a tutte le donne in condizioni di uguaglianza”. L’ordine del giorno è stato approvato con 17 voti favorevoli (Ds, Riformisti, Prc) e 5 voti contrari (An e Fi).

7) Da Repubblica di domenica 22.01.06.
Notare l'ultima frase. In cosi' poche parole due concetti molto inquietanti: che le radici della verità siano in mano a Caffarra, e che un sistema informativo che non la pensi così non debba esistere.
INFORMAZIONE E BARBARIE il titolo del discorso tenuto da Caffarra al convegno della stampa cattolica.
Critiche feroci dell'arcivescovo al mondo dei media:  "In occasione del referendum sulla procreazione assistita è accaduta una
totale sfasatura fra tutti i mezzi della comunicazione sociale ed il sentire del popolo[...] in quell'occasione si sono scontrate due concezioni, una
che affermava la neutralità simbolica dell'atto generativo e una che ne sosteneva  la naturale simbolicità. La grande industria della comunicazione
ha optato per la prima [...] non può esistere un sistema informativo che prescinda dalle radici della verità."

8) il 5/3/2005 si costituiva il Circolo UAAR di Bologna.
Per dare un'occhiata alle attività svolte in questo anno scorrere la pagina
http://uaarbologna.altervista.org/fatto.html
del nostro sito

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